martedì 25 ottobre 2011

Nascere in questo mondo

Mi convinco sempre di più che avere figli in un mondo come
questo è davvero difficile.

In un mondo in cui ci si accanisce ad aumentare le tasse sempre,
e soltanto, a chi le tasse le paga.

In un mondo che prova godimento a mostrare le immagini
tremende di dittatori sanguinanti, derisi, ed uccisi selvaggiamente
(Arrestare è sacrosanto, uccidere non lo è mai).

Un mondo dove i giovani muoiono per una passione sportiva, e le
immagini della morte sparate di continuo nelle televisioni,
provocano una fitta al cuore ogni volta che le si vedono scorrere.


Un mondo dove un branco di pazzi esaltati semina distruzione 

nella città eterna.

Un mondo dove per reclamare i propri diritti, occorre mettere le
tende davanti agli enti publici, sperando di riuscire a parlare con
un anima pia che sappia fare il proprio lavoro.

Un mondo dove è sempre più complicato combattere la furia
degli eventi atmosferici, e ci si ritrova rapidamente con l'acqua
alla gola
...in tutti i sensi.

E' un mondo dove (quasi) tutti pensano esclusivamente ai propri
interessi, e non esitano a calpestare il prossimo pur di perseguirli.


Un mondo che continua a cambiare ...in peggio.

E' in questo mondo che ho fatto nascere mia figlia...


...e spero che un giorno non mi odierà per averlo fatto.


martedì 11 ottobre 2011

Il Calcetto

Il medico mi ha prescritto di fare sport.
Le mie ultime analisi del sangue lo richiedono
Avevo smesso di giocare a calcetto con gli amici dopo poco che ebbi la notizia che mia Lei era incinta.
Decisi di restare con Lei la sera nel caso avesse bisogno di qualcosa.
A maggior ragione restai a casa quando nacque la mia cucciola.

Ora però, per la mia salute, devo tornare a giocare a calcetto.
Giuro che vado per la mia salute, perchè preferirei mille volte restare a casa con le mie donne.

Non che non mi diverta a giocare eh, ma non vorrei perdermi nemmeno un minuto dell'età della mia bimba, e già ne perdo troppa nel periodo che manco per lavoro.

Eccomi pronto per uscire allora.
Tuta indossata, zainetto a tracolla.

La piccola seduta sul divano che si rilassa davanti ai cartoni.
Mi vede!
Spalanca gli occhi.
Bocca aperta.
Scende dal divano. 
Mi viene incontro.
Gli spiego che torno presto.
Lei si lamenta.
Si gira di spalle.
Mette le mani sul viso in segno di disperazione, ed inizia a piangere.

Ho pensato di non andare più, ma avrei lasciato i compagni di calcetto con un giocatore in meno.
E' stato durissimo dover uscire e sentirla piangere...

...credo che salterò il prossimo turno di calcetto.