venerdì 9 settembre 2011

Le Vacanze - Il primo trekking


Nuova puntata della "saga" Vacanze.

Questa volta vi descriverò la prima giornata
di escursione con la mia piccola.
Erano mesi che non vedevo l'ora di poterla
mettere nello zaino.

Sapete, quello zaino dove la bimba sta beatamente
comoda sulle spalle del papà!?

Bene.

Tutto pronto, tranne l'idea chiara del sentiero da seguire.

Certamente deve essere un sentiero semplice.
Non possiamo mica infilarci in qualche dirupo o
arrampicarci sulla roccia.

Dopo aver reperito una mappa specifica nel centro informazioni
del luogo, cerchiamo l'inizio del sentiero.

Appunto ...cerchiamo.

Dopo un quarto d'ora buono di girotondo nel paese, individuiamo
la giusta via.

Peccato che quel quarto d'ora fosse stato sufficente alla cucciola
per addormentarsi addosso a me, ed in questo modo darmi la
sensazione di aver raddoppiato il proprio peso.

E pazienza ...proseguiamo.

Ci inoltriamo pian pianino all'interno del sentiero.
E' un sentiero denominato facile, ma siamo in montagna, e quel
che è facile per chi vive qui non è detto che lo sia anche per
dei "cittadini" come noi.

E quindi il sentiero inizia ad inerpicarsi su un percorso ciottoloso
ed umido, a causa della pioggia della sera prima.

L'inizio della fatica si mischia ad un po di preoccupazione di non
scivolare e far male alla bimba.

Arriviamo in una zona più pianeggiante e ci rilassiamo con qualche
fotina.

Proseguendo, ci ritroviamo inaspettatamente in discesa con una
pendenza almeno di 30 gradi e senza l'evidenza di trovarci sul
sentiero segnato.

Ci siamo persi?

Questo e' stato subito il nostro pensiero.

Proseguire significava scendere la montagna reggendoci agli
alberi per non rotolare giù.

Allora "Mamma Chioccia" ha avuto una brillante idea.
"Aspettate qui ...io scendo e vedo se giù c'è il sentiero giusto."

Nel mentre la piccola si sveglia
(sarà stata la pendenza eccessiva o la nostra ansia).

Si guarda intorno.

Inizialmente esprime, attraverso il suo sguardo e qualche verso
interrogativo, un certo stato di preoccupazione.

Poco dopo però, osservando la mamma che si avventura giù per
la montagna ed il papà abbracciato ad un albero, evince che la
situazione è quantomeno comica.

Se poteva già esprimersi a parole, avrebbe certamente detto.
"Mamma! Papà! Ma dove cavolo vi siete cacciati?" condendo
la frase con una robusta risata conclusiva.

Risate che appunto non si è fatta mancare.

Comunque, arrivata in fondo al dirupo, la Mamma è tornata su
deducendo che quella era la via sbagliata.
In effetti, tornando un poco più indietro, notiamo il segno del
sentiero su di un albero che, forse per la stanchezza o forse
perchè era un po nascosto, ci era sfuggito precedentemente.

E da qui in poi, tra boschi e prati, abbiamo proseguito la gita,
con un unico ulteriore rallentamento, dovuto ad un cambio di
pannolino su di una panchina per la via, e la successiva
impossibilità di far risalire la bimba nello zaino.

Scendiamo allora tenendola per mano.

Dopo un po però notiamo che si stava facendo tardi.

In questi paesini si mangia presto e chiudono le cucine altrettanto
presto.

Occorreva sbrigarsi.

Ma avete mai spiegato tale concetto ad una bimba di poco più di
un anno che non ha intenzione di stare in braccio e tantomeno nello
zaino apposito ...ma vuol solo camminare mano nella mano
(molto lentamente)?

Risultato:

Urla a non finire...
... ed arrivati al ristorante a 5 minuti dalla chiusura della cucina.

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